Senza spendere molte parole sull’argomento, ci si chiede come l’errore sulla legge penale (ex art. 5 c.p.) possa diventare inevitabile e invincibile – nel periodo post 2009 – per via delle sole FAQ (Frequently Asked Question) emanate dalla Banca d’Italia in risposta alle domande poste sul punto ad interpretazione delle sue Istruzioni.
Se le motivazioni poste alla base delle richieste di archiviazione di alcune Procure italiane le avesse lette il prof. Renato Dell’Andro, a cui ogni anno la Fondazione Nuove Proposte Culturali dedica in ricordo il prestigioso Premio per gli studi giuridici “Renato Dell’Andro”, giunto alla sua XV Edizione, sarebbe scaturita una profonda riflessione sul penoso stato della giustizia in Italia, forte con i deboli e debole con i forti.
Renato Dell’Andro è stato un fine ed apprezzato giurista, stimato accademico, autore di numerose pubblicazioni, allievo di Aldo Moro e suo successore nelle cattedre di diritto penale, procedura penale e filosofia del diritto. La sua competenza e preparazione scientifica gli hanno consentito di redigere importanti sentenze costituzionali, tra cui la famosa n. 364/1988, che per la prima volta nella storia dell’Ordinamento giuridico italiano consentì il superamento del principio di assoluta inescusabilità della ignorantia legis. Una sentenza fortemente innovativa che ha segnato una svolta epocale per il diritto penale.
Una sentenza che tuttavia non consente – in alcun modo – di fare assurgere le FAQ emanate dalla Banca d’Italia, prive di qualsiasi contenuto normativo, ad elementi idonei ad escludere la consapevolezza dell’illiceità.
Avv. Luigi Iosa