Il Governo getta le basi per la grande Banca del Sud e mette sul tavolo i primi 900 milioni di euro per rilanciare soprattutto il mondo delle imprese meridionali.
In particolare, per la Banca Popolare di Bari, che non rispetta i requisiti patrimoniali minimi e necessita di un miliardo di euro, il Decreto, approvato ieri sera in Consiglio dei Ministri, ipotizza di fatto un “salvataggio” in tandem con il sistema bancario, attraverso il FIDT, e lo Stato, che metterà in campo Mediocredito Centrale. Lo schema di Decreto predisposto dal MEF prevede un potenziamento delle capacità patrimoniali e finanziarie della Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale (MCC), interamente controllata da INVITALIA (Domenico Arcuri), attraverso un primo aumento di capitale per consentire a MCC, insieme con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e ad eventuali altri investitori, di partecipare al rilancio della Banca Popolare di Bari (BPB).
L’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), che ha natura privata, non integra un aiuto di Stato. Mentre i 900 milioni di euro, di cui sarà dotata la Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale (MCC), potrebbero integrare un aiuto di Stato per la Banca Popolare di Bari, salvo che vengano utilizzati anche per accorciare il divano tra Nord e Sud del Paese.
Per iniziare si potrebbe anche affittare il ramo di azienda della BPB alle virtuosissime Banche territoriali del Sud, purché le stesse siano – da anni – un esempio concreto di buona gestione. Tra queste spicca la Banca Popolare delle Province Molisane. Difatti, è la prima Banca Popolare del Mezzogiorno – nel suo segmento – per creazione di valore. Va premiato il modello di integerrima amministrazione sul territorio. I crediti deteriorati della BPB, invece, andrebbero ceduti secondo un sistema innovativo diverso da quello tradizionale. Infine, va notevolmente aumentata la garanzia bancaria offerta da Mediocredito Centrale (MCC) per le piccole e medie imprese italiane (PMI).
Avv. Luigi Iosa