All’Aquila, dopo 11 lunghi anni, la Corte d’Appello ha confermato la restituzione di 205.000,00 € rimasti nel frattempo bloccati nella cassaforte della Banca in attesa di sentenza. La Corte ha ora confermato la Restituzione del maltolto, più gli interessi ulteriori legali, per 44.000,00 €, dovuti a Farmacista di Teramo da parte di una grande Banca nazionale.
La storia.
Nel 2007 un noto farmacista della provincia di Teramo si era rivolto alla SOS UTENTI per far controllare i suoi rapporti bancari. Una volta elaborate le perizie ed individuati gli importi recuperabili a cura del Presidente Onorario Dott. Gennaro Baccile, il correntista è stato affidato al patrocinio Legale dell’Avv. Emanuele Argento per citare in giudizio la Banca e richiedere le illegittime somme versate negli anni precedenti; il giudizio si era poi concluso nel corso del 2011 con la Sentenza esecutiva del Tribunale Civile di Teramo e con la condanna della Banca al pagamento in favore della ex correntista della cospicua somma di € 205.000,00 oltre interessi e spese.
La condanna inflitta dal Tribunale Civile di Teramo nel 2011 era riferita a tutti gli interessi oneri e spese illegittimamente addebitate dalla Banca nel corso degli anni sul conto corrente acceso dal farmacista.
L’Avv. EMANUELE ARGENTO, con la perizia Giurimetrica del Dott. GENNARO BACCILE, aveva avviato la procedura giudiziale di ripetizione degli indebiti, dopo 5 anni di serrato confronto giudiziario aveva avuto la meglio in primo grado ed il Tribunale Civile di Teramo aveva quindi riconosciuto l’importante cifra che la Banca pur di non pagare prontamente ha chiesto ed ottenuto inspiegabilmente la sospensione dalla Corte di Appello.
Nel contempo la stessa Banca, però, proponeva formale appello dinanzi la Corte di Appello di L’Aquila per chiedere la riforma della sentenza emessa dal Tribunale Civile di Teramo con il blocco delle somme da versare e che nel frattempo sono rimaste custodite nella sua cassaforte.
Il Dr. Baccile solleva un aspetto inquietante, a commento, e chiosa dicendo che “Gli Utenti bancari Abruzzesi, vittime di un malsano sistema Bancario i cui esiti sono ben noti, pur se ben assistiti dalla SOS UTENTI, spesso soffrono la lentezza della Giustizia per ristorarsi del maltolto come nel caso del Farmacista Teramano che, per fortuna, ha potuto contare su altre risorse per proseguire l’attività. Ma moltissimi altri esercizi commerciali e imprenditoriali, pur vincendo le cause, si vedono bloccati i fondi nei cassetti degli ufficiali giudiziari nell’attesa delle pronunce dei gradi superiori di Giustizia. Sarebbe utile e opportuno istituire, pertanto, delle corsie veloci all’interno delle Corti di Appello per i giudizi riguardanti somme già assegnate in primo grado in modo da evitare devastanti agonie imprenditoriali e pesanti cadute occupazionali”.
Nel caso di specie, come in moltissimi analoghi altri casi, la SOS UTENTI lamenta l’eccessiva disinvoltura della Giustizia a bloccare l’assegnazione delle somme attribuite in primo grado trattenendole sino alla sentenza di Appello. La ratio di tale blocco risiede nella considerazione, sempre sposata dalla Corte, che la Banca potrà sempre pagare e non fallirà mentre il cliente potrebbe fallire e in caso di soccombenza, che ribaltasse la sentenza di primo grado potrebbe, non disporre più del maltolto assegnato. E Baccile, avverte che “Tale considerazione risulta smentita categoricamente dalla Storia, specialmente in Abruzzo, atteso che anche la Banca può fallire (storia recente docet, proprio a Teramo e in tutto l’Abruzzo!).
LA STAMPA
Il Centro
Il Messaggero